Tenuta Mazzolino, un luogo del cuore tra vino e storia
Ci sono posti che ti riconciliano con il mondo, per la loro storia e il loro fascino. Tenuta Mazzolino è una di queste, un piccolo gioiello enoico incastonato sulle valli dell’Oltrepò Pavese. A pochi kilometri dalla caotica Milano, si è catapultati in mezzo al verde, delle vigne e dei boschi – che qui non mancano perché si è voluto salvaguardare il territorio da un disboscamento selvaggio -. Ecco allora che quando organizzi una visita stampa qui, hai la certezza di conquistare l’attenzione di tutti. È quello che è successo il 17 luglio scorso, quando ci siamo recati in visita con un manipolo ben assortito di giornalisti stampa vino, economica e lifestyle/turismo, In viaggio sulla Milano – Voghera con un treno un po’ d’antan, poi ad accoglierci in stazione Giuditta Brandolini, l’Hospitality Manager e Stefano Malchiodi l’enologo della Cantina di Corvino San Quirico. Ad accoglierci varcato il cancello che riporta l’effige dei due galli simbolo della cantina stessa, Francesca Seralvo, terza generazione alla guida di questa realtà dal 2015 quando riceve il testimone dalla madre Sandra e l’investitura ufficiale del nonno Enrico Braggiotti, Vigneron fondatore negli anni 80 di Tenuta Mazzolino. Qui la giornata scorre veloce tra il racconto delle vigne, dei vitigni, delle scelte biologiche, dell’andamento della stagione; prosegue con la visita in cantina e culmina in una degustazione dei vini con anche uno spoiler esclusivo su una nuova referenza: il Blanc de Noir (buonissimo!) che con la sua etichetta scritta a mano urban style conquista il palato di tutti. Ma è la Villa, con il suo giardino all’italiana e il suo stile volutamente d’antan, a conquistare definitivamente il cuore di tutti. Qui, tra opere d’arte (Atchugarry) e poster originali di mostre dagli anni 60 in poi, una mappa di Parigi imponente, ceramiche e pavimenti d’epoca, Francesca ce ne racconta la storia: fu di Alfonso Corti, anatomista italiano a cui si deve la scoperta dell’organo Corti dell’orecchio che ancora oggi porta appunto il suo nome, che fece di tenuta Mazzolino il suo buon ritiro. Il pranzo informale all’aperto, sulla veranda che guarda le vigne è la ciliegina sulla torta. Tornando a Milano, ci siamo portati dietro non solo una storia da raccontare, ma anche un nuovo luogo del cuore.