Cavazza: prima di essere vignaioli siamo agricoltori
Prima di essere vignaioli siamo agricoltori afferma Stefano Cavazza. Ecco l’essenza della cantina di Montebello Vicentino, nel cuore dei colli Berici, in questo territorio poco conosciuto ma intimamente vocato al dio Bacco. Così la quarta generazione della famiglia Cavazza si è raccontata in un pranzo organizzato per la stampa, all’ombra della Madonnina. Per accompagnare i loro vini e loro storytelling autentico e verace hanno scelto Il Nuovo Macello. Un location gourmet che è fuori dai radar dei gastro fighetti meneghini, ma nell’empireo dei luoghi votati alla tradizione culinaria milanese. Qui i veri adepti della buona cucina sono di casa. A fare gli onori Stefano e Mattia Cavazza, anima commerciale il primo ed enologica il secondo. Si sono equamente spartiti il palcoscenico. Il primo raccontando la storia della cantina, dai loro antenati a oggi (Prima di essere vignaioli siamo agricoltori afferma Stefano Cavazza) in un viaggio emozionale tra l’arrivo a Gambellara alla vendita del cavallo per comprare i primi macchinari propedeutici alla viticoltura; il secondo illustrando i vini in assaggio dal Durello di benvenuto, bollicina di ottima beva, passando per il Bocara – Garganega in purezza, libera espressione delle colline vulcaniche della Doc di Gambellara-; per poi degustare il Corallo 2020 che ha accompagnato egregiamente un risotto alla milanese con animelle. Mentre il Cicogna Merlot era in combo con la mezza cotoletta alla milanese. A chiudere un classico della pasticceria: la torta sbrisolona in un match perfetto con il Recioto Capitel 2020, da uve appassite in picai, trecce di grappoli appesi per una settimana. Calorie per bicchiere? Meglio non saperlo se si è a dieta. Occasione ghiotta – al di là del menù perfettamente costruito in abbinamento ai vini della Cantina vicentina – anche per presentare il Brand Book, summa tangibile del lavoro di rebranding messo in atto con il supporto di Marco Corona, mente creativa dell’agenzia EY STUDIO. Un progetto che parte dall’immagine della Cantina, ma che “ha ricadute positive oltre il cancello della proprietà sull’intero territorio”. Il restyling è stato studiato a partire dal vecchio stemma di famiglia e da lì ha preso il via un percorso verso la contemporaneità. Ora il debutto milanese, in attesa di rincontrare la stampa a Prowein e Vinitaly.